Iniziamo l'anno nuovo con un interessante pezzo dedicato a tutte le amiche fashion victim, attente all'ecologia, in attesa della New York Fashion Week che si terrà dal 7 al 14 febbraio 2013.
Buona lettura e buon 2013 da Cucina alla Moda!!
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Affiancata alla collezione istituzionale TO BE, brand fiorentino dell’imprenditore stilista Simone Vannuzzi, una prima capsule collection di abbigliamento creato interamente con tessuti ecologici, per salvaguardare la green philosophy che anima il concetto del Brand: tessuti fatti da filati ricavati dal bambòò, dai cereali, ananas, ginestra, sisal…..il fil rouge della collezione è il minimalismo di materiali e forme.
La collezione rispecchia l’animo innovativo e giovane dello stilista , che, selezionando ricette storiche, utilizza i materiali innovativi, che, rendendo il tutto più facile per l’applicazione nell’uso industriale, fanno crescere e sviluppano l’interesse verso una linea insolita che premia sicuramente l’innovazione, frutto esclusivo della creatività del talento italiano.
I colori naturali, di origine vegetale o animale, hanno forte connotazione ecologica in quanto si ricavano da coltivazioni rinnovabili; si tratta in genere di prodotto intero o polverizzato, da cui si estrae il colorante da impiegare nella tintura. Possono essere anche in forma di estratto per facilitarne l’impiego e lo stoccaggio industriale. Da studi compiuti a livello biologico risulta un’alta tollerabilità in caso di allergie rendendo consigliato l’abbigliamento di tipo naturale e tinto con coloranti naturali. Generalmente si ottengono colori caldi e molto vicini alle sfumature della “natura” tanto da poter essere impiegati nell’abbigliamento, per ottenere effetti speciali e moltiplicare possibilità creative, anche a causa di texture morbide e lucenti pari alla seta, prodotti innovativi per farci sentire bene con se stessi e con l’ambiente che ci circonda.
L'INTERVISTA:
Quando ha capito che la moda sarebbe stata cosi significativa nella sua vita? Cosa o chi ha pilotato questa scelta?
La scelta è stata assolutamente spontanea,certamente la mia origine fiorentino/pratese, sinonimo di arte e imprenditoria, e la voglia di costruire qualcosa con i nostri meravigliosi prodotti italiani e creare un prodotto totalmente made in Italy.Alle spalle una famiglia nel tessile da generazioni, la mia “avventura” comincia dal tessile, nei paesi dell’Ex URSS, dove ho venduto kilometri di flanella pratese per vestire centinaia di migliaia di persone.
Lei è i pochi italiani che presenta il suo Brand, il prossimo febbraio, al Fashion Week di New York, la Fiera più importante al mondo. Che cosa ha significato per lei questo risultato?
Con oltre 7 anni di esperienza nella vendita al dettaglio e di gestione, sono riuscito a creare uno showroom specializzato a New York per farlo diventare un punto trendy e di tendenza, fornendo al contempo il valore e l'unicità del prodotto made in italy nel mercato statunitense.
Chi è la donna TO BE? Quale tipo di donna abbraccia le sue collections?
“TO BE….vuol dire essere, essere tutto, bella, meno bella, ma donna vera, fatta di una carica interiore che la rende unica, To Be, una donna metropolitana, che vive la sua contemporaneità come riflesso di uno stile di cui oggi è assoluta ambasciatrice”.
Vedo la mia donna abbandonare le discoteche e sostituirle con gli eventi culturali, musicali, live. La nuova cliente che ama TO BE io la vedo così: vive in una città metropolitana, dove tutto si mescola, razze, emozioni, culture. È attenta alla moda, ma in modo ironico, il tipo di ragazza che puoi incontrare in un museo di Parigi e che, fuori, ha lasciato la bicicletta.
La crisi ha il potere di uccidere il fashion?
Certamente no. Guardare all’estero non è più un’opzione, ma una strategia di sopravvivenza. La crisi è solo la più grande opportunità che possa capitare. Un esempio su tutti: le migliori 500 aziende al mondo stilate da Forbes sono nate dalla crisi del ’29. La storia è ciclica e ci insegna che quelli che apparentemente sembrano ostacoli, se presi con il giusto spirito, sono opportunità che ci aiutano a guardare oltre.
Gli U.S.A. sono uno dei paesi più “amici” degli imprenditori, come dimostrato anche dalle statistiche della World Bank, in quanto non hanno la burocrazia che appesantisce l’imprenditoria, come in Italia. Se l’imprenditore presenta un business plane solido e credibile, gli Stati Uniti offrono infinite agevolazioni dai punti di vista fiscale, societario, d’immigrazione e di trasparenza. Sto muovendomi anche sul mercato russo e cinese: una cosa stranissima, i ricchi cinesi non comprano made in China bensì made in Italy!
Quali sono le incertezze del fashion adesso nel 2013?
“Beh io parlerei delle mie certezze. Quella di avere un angelo che mi protegge,di avere ormai un know how consolidato del prodotto,la consapevolezza del nostro made in Italy,e inoltre nozioni di marketing...quella di avere dei sani principi e quella di aiutare il prossimo sempre...
le incertezze?non so cosa siano”.
Cosa vuole comunicare con il suo Brand? cosa deve recepire la cliente finale?
Un segnale di ascesa...un percorso fatto di step-on che porterà il marchio ad una sempre più serena e consolidata realtà…TO BE…..nato per essere!!!!!.
E la capsule collection che presenterà a NY al prossimo Fashion Week ????
Ho fatto mio il concetto di Le Corbusier in cui l’uomo, con le sue proporzioni, è il referente assoluto di qualsiasi creazione artistica, per cui, concretizzando il concetto, nasce una linea green philosophy,la ricerca di fibre naturali e rare che, nell’antichità crescevano spontanee e oggi uso nella produzione attraverso tecniche tessili all’avanguardia,tutte peraltro prodotte dai nostri tecnici a Prato, in armonia etica ed estetica con la natura. Fibre come il bamboo, i cereali, la canapa, l’ortica, il loto, ananas, banana, sisal danno effetti speciali, una textura morbida e lucente come la seta, servono a moltiplicare le possibilità creative attraverso la ritorcitura, densità e finitura del filo filato.
Il prodotto ottenuto è stato recepito con entusiasmo dai buyers USA ad una prima presentazione flash in ottobre.
Intervista e articolo realizzato da Cristina Vannuzzi Landini.
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