Ecco una bella occasione per gli enoappassionati che amano la scrittura e
vorrebbero provare a metter nero su bianco le proprie emozioni ispirate
al mondo del vino: a partire dal 3 ottobre fino al 7 novembre p.v., Cantina Valpolicella Negrar ospita il laboratorio di scrittura creativa "Scrivere di vino", tenuto dalla veronese Maria Cristina Toffalori di Cuore di Penna (www.cuoredipenna.com).
Dalla teoria, alla pratica. Le lezioni si svolgeranno a cadenza settimanale ogni mercoledì, orario 20.00/23.00. Tra una lezione e l'altra, nell'ambito delle iniziative intraprese dalla Cooperativa vitivinicola di Negrar per valorizzare la cultura del vino, sono comprese nel laboratorio visite guidate ai luoghi chiave della Cantina, dal Museo dell'Appassimento al caveau delle bottiglie storiche, dalla Bottaia alla sala Domini Veneti, dove si potranno degustare alcuni vini. Quota di partecipazione: 108 euro + 12 euro di iscrizione. Info: mctoffi@cuoredipenna.com tel. 348.3046007.
Le visite guidate alla Cantina Valpolicella Negrar.
Agli appassionati di Amarone piacerà sapere che ora possono finalmente ammirare la prima bottiglia del loro vino rosso preferito prodotto in Valpolicella, oggi successo italiano globale. Il prezioso cimelio è custodito nel caveau delle bottiglie storiche della Cantina Valpolicella Negrar, prima azienda vitivinicola a imbottigliarlo nel 1939.
Una nascita che sembra leggenda. Come per tante grande invenzioni, anche l'origine dell'Amarone si deve al caso. La sua nascita ufficiale risale al 1936, quando nelle cantine di Villa Mosconi ad Arbizzano, frazione di Negrar, sede al tempo della Cantina Sociale Valpolicella, il cantiniere Adelino Lucchesi si accorse di aver lasciato fermentare troppo a lungo una botte di Recioto, vino d'eccellenza della Valpolicella, apprezzato per la dolcezza. Ma invece di una sonora lavata di testa, il lavoratore ricevette un encomio, perché una volta assaggiato, il direttore di quel tempo, Gaetano Dall'Ora, si rese conto di avere nel bicchiere invece che un “Recioto andato in amaro”, un grande “Amarone”. Coniato il nome, nel 1939 venne imbottigliato per la prima volta dalla Cantina l'Amarone Extra della Valpolicella.
Dopo la nascita della Doc Valpolicella nel '68, l'etichetta per tutti i produttori fu Recioto Amarone della Valpolicella, ma nel '95, sull'onda del successo mondiale ottenuto dal vino, venne modificato il disciplinare per distinguerlo definitivamente dal Recioto fino ad arrivare alla vendemmia 2010, primo anno della Docg Amarone.
Tra le tappe del tour proposto dalla Cantina, c'è la visita al piccolo ma suggestivo museo sui metodi di appassimento adottati nel tempo in Valpolicella per produrre Recioto e Amarone. Dalle distese di uve per terra ai picai (appesi in dialetto veneto), corde sottili pendenti dalle travi del soffitto a cui venivano legati i grappoli d'uva – e in alcune aziende vinicole lo sono tuttora – si passa alle distesa di uve sulle arele (graticci in canne di bambù), quando queste non erano usate per l'allevamento dei bachi da seta, sino ad arrivare alla sistemazione in cassette di legno e poi, in epoca odierna, in quelle di plastica. Nella stessa sala, sono visibili anche 40 campioni di uve autoctone della Valpolicella, alcune rare e pressoché sconosciute, a testimonianza del lavoro di ricerca e riscoperta di antichi vitigni che la Cantina conduce da anni con ricerche sul campo e sperimentazioni in cantina.
Altra tappa del tour guidato è la visita all'imponente cantina di affinamento dove protagonisti sono serbatoi in acciaio, barrique, tonneaux e soprattutto grandi botti in rovere di Slavonia usate per invecchiare i rossi veronesi più apprezzati al mondo, l'Amarone, il Recioto e il Ripasso. Ideale conclusione della visita guidata è la nuova e accogliente sala degustazione “Domini Veneti”, luogo adatto per assaporare in un clima di calda convivialità i vini della Cantina.
Woooooow, che meraviglia!
RispondiEliminaL'ennesimo corso di scrittura "creativa", se ne sentiva proprio il bisogno.. Cosa non si fa per vendere una bottiglia in più !
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